In Africa, dove vi è una certa numerosità di parti gemellari, la nascita di gemelli provoca sentimenti e usanze differenti, a seconda dell’etnia.
La tribù dei Baganda in Uganda riteneva i genitori dei gemelli dotati di particolari poteri in grado di influenzare positivamente la crescita dei banani, loro principale fonte d’alimentazione, e per festeggiarli svolgevano una cerimonia con una danza particolare dedicata a parenti e amici.
Tra i Folonas (situati tra la Costa d’Avorio ed il Mali) i gemelli, dopo la nascita, vengono messi in un capanno lontano dal villaggio per 24 ore, in modo da impedire loro di minacciare l’autorità dei capi villaggio.
Nel Camerun e in Nigeria, vengono attribuiti ai gemelli poteri soprannaturali con cui possono fare del male a chi causa loro dispiacere; i genitori devono dunque fare molta attenzione al modo in
cui li trattano, perché potrebbero uccidere o far ammalare chi fa loro del male.
Nella Guinea Bissau, vi è l’usanza di far vivere solo un gemello e di abbandonare quello più piccolo, malato o di sesso femminile al suo destino sulla riva di un fiume.
In Africa centrale, le nascite dei gemelli appartengono al mondo animale e sono oggetto di avversione: i Luba del Congo li chiamano “bambini dell’infelicità” e per i Bassari e i Tonga, la nascita di due gemelli è una grave disgrazia ed un tempo uno dei due, o entrambi, veniva soppresso.
Alcuni popoli ponevano i gemelli alla base della creazione del mondo. Nel mito della creazione dei Dogon si citano i gemelli quali precursori della razza umana. Ne riportiamo una descrizione sintetica: “Il Dio Amma prese un grumo di argilla, lo strinse nella mano e lo lanciò, così come aveva fatto per gli astri. L’argilla divenne come un corpo e Amma si unì ad esso, che era la terra, ma con qualche difficoltà. L’andamento delle cose fu turbato e da quest’unione difettosa nacque Yusuguu, lo sciacallo, un essere unico, invece dei gemelli previsti, simbolo delle difficoltà di Dio. Dio ebbe altri rapporti con la terra e questa volta si formarono due esseri gemelli. La coppia nacque completa e perfetta e a causa delle sue otto membra, il suo numero fu otto, simbolo della parola…”. La scultura Dogon della Collezione Garuti è scolpita in un unico blocco di legno, ha un’altezza di 81 cm e pesa 14 kg.