Secondo murales – Link Urban festival 2019

Guido Bisagni, in arte 108  è il secondo artista invitato al festival di arte urbana Link, iniziato a marzo con Vera Bugatti a San Bartolomeo e che ora prosegue in piazza Teotti 6 al Villaggio Violino. Dall’arte figurativa a quella astratta, dai tratti umani a un’opera che sussiste solo di forma e colore.
Aspetti interconnessi, spiega 108: «Il mio lavoro si concentra prima sulla forma e poi sui colori, e il colore che si presta più alle forme è il nero. Ha una forza ineguagliabile, sia per il contrasto che per la profondità».

Per Bisagni il nero è simbolo di introspezione: «Dal punto di vista della luce è la totale assenza di colore. Materialmente, invece, è l’unione di tutti i colori».
Fonte di suggestioni, specie se unito ad altre forme geometriche: cerchio, infinito, punto di incontro tra tutto e nulla. «Mi rilassa. Molta gente lo considera un colore negativo, ma io ho una mia visione dell’arte».

Oggi 108 è apprezzato a livello internazionale e grazie a Link è venuto a Brescia, a toccare i muri grigi di Villaggio Violino. Sfondo perfetto: «Sul grigio sta bene tutto. Ho sempre visto i troppi colori come una mancanza di rispetto verso il muro: sono un po’ arroganti. Il nero, invece, ne diventa parte come l’umidità o il muschio». Colori come gioielli: da indossare con parsimonia. Un tocco di giallo e azzurro sotto le finestre; una linea rossa che segue la linea delle scale; una croce blu in alto a destra. «Non dipingo per incollare sul muro un’immagine nella mia testa: è la mia opera ad adattarsi al contesto». Così le finestre non sono un contrattempo, ma entrano a far parte del progetto, forme nella forma. Su una parte del palazzo 108 ha tracciato un disegno a parte, in un riquadro bianco: «Li chiamo “disegni automatici”: una sorta di meditazione per trovare nuove forme. Lo faccio su carta, è la prima volta su un muro».